Anziani ma attivissimi. Il segreto? È in un neurone

MOLTO ANZIANI ma attivissimi mentalmente. Più che vispi. Persone ben oltre gli 80 anni con una funzione cerebrale nettamente superiore non solo per la loro età ma anche a chi di anni ne ha la metà.

Li chiamano superagers e hanno fatto parte di uno studio di ricercatori della Northwestern University, negli Stati Uniti, che ora rivela come la loro mente si sia mantenuta del tutto lucida. Molto più di quanto si aspettassero i ricercatori dallo studio “90 ”, che ha analizzato persone di età compresa tra 80 e 100 anni resistenti al declino cognitivo. Anche perché la maggior parte dei superagers presi in esame fumavano, bevevano, non avevano certo il chiodo fisso del peso forma, prendevano caffè, amavano stare in compagnia e avevano persino i grovigli della demenza nei loro cervelli: ma nonostante tutto questo la loro funzione cerebrale è risultata migliore rispetto ai 50enni. Un risultato sorprendente, dunque.

 

• IL NEURONE ECONOMO

Il motivo? Una proporzione più elevata nel cervello di un neurone raro chiamato von Economo, un neurone “sociale” che tende a essere disfunzionale nelle persone con autismo, schizofrenia e disturbo bipolare. Come è emerso durante il meeting annuale dell’American Association for the Advancement of Science ad Austin, in Texas, che si è tenuto nei giorni scorsi, e dove i ricercatori hanno annunciato la loro scoperta: guardando al cervello di 10 superagers dopo la loro morte, ma avendoli studiati prima per anni, i ricercatori difatti hanno osservato che questi individui avevano più neuroni von Economo, un tipo di cellula cerebrale che si pensa aumenti le capacità cognitive e comunicative.

 

• LA MEMORIA

Una delle regioni cerebrali in cui si trovano è un’area considerata importante per l’attenzione e per la memoria, nota come cingolato anteriore.Un’area risultata più spessa nei superagers. “Guardando al microscopio abbiamo scoperto che i superagers hanno più neuroni von Economo rispetto agli 80enni medi, e più neuroni von Economo anche a 20 anni”, ha spiegato Emily Rogalski, tra gli autori dello  studio.

 

• ALTRE DIFFERENZE

Ma ci sono anche altre differenze. Il tasso di assottigliamento cognitivo negli 80enni medi, spiegano gli studiosi, è di quasi due volte e mezzo rispetto a quello dei superagers scoprendo anche che nel loro cervello c’era anche una proteina nota come amiloide, una sostanza che può aggregarsi e che può causare le placche legate all’Alzheimer. Nonostante questo, però, gli ultra 80enni studiati mantenevano capacità cognitive e mnemoniche. Proprio come se fossero resilienti alla demenza. Questi risultati, secondo i ricercatori, potrebbero essere utili per capire come migliorare in generale il processo di invecchiamento e prevenire o trattare le malattie legate alla vecchiaia.

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